
Di recente ci siamo imbattuti nel reel di un consulente finanziario con oltre 40.000 follower su Instagram, un seguito notevole che certamente rappresenta una grande responsabilità, sia a livello umano che professionale. L'intento del reel è sfatare presunti “falsi miti” sui fondi comuni d'investimento, a suo dire ingiustamente demonizzati da molti perché troppo costosi e meno performanti dei semplici ETF. Portando due esempi, uno per il comparto azionario e uno per quello obbligazionario, il professionista sostiene che i fondi comuni possono essere meglio degli ETF corrispondenti, nonostante i costi obiettivamente superiori… basta saperli scegliere.
Non è nostra intenzione denigrare il consulente finanziario in questione e nemmeno decretare un vincitore definitivo e inconfutabile tra ETF e fondi comuni, ma i contenuti e le modalità di presentazione dei dati di quello specifico reel ci permettono di fare alcune interessanti e utili riflessioni sul mondo della finanza personale e delle consulenze.
In questo articolo, ci concentreremo sulla seconda parte del reel, quella dedicata al comparto obbligazionario, perché decisamente più emblematica e significativa.
Nell'esempio presentato dal consulente finanziario, un ETF obbligazionario governativo europeo a scadenza medio-breve (nello specifico Amundi Euro Government Bond 3-5Y UCITS ETF Acc) viene confrontato con un fondo comune definito "analogo", senza però dare ulteriori indicazioni.
Il confronto delle prestazioni tra i due strumenti è impietoso per il povero ETF:

Figura 1: Rendimento dell'ETF Amundi Euro Government Bond 3-5Y UCITS ETF Acc negli ultimi 10 anni.

Figura 2: Rendimenti del fondo comune "analogo" nello stesso lasso di tempo.
Come si può vedere dal confronto tra la Figura 1 e la Figura 2, già a 3 anni l'ETF perde quasi il 30% rispetto al fondo comune, a 10 anni il ritardo è quasi del 50%: un'enormità per il comparto obbligazionario.
Possibile che la gestione attiva del fondo comune d'investimento abbia davvero determinato questa enorme differenza? E, se sì, dove dobbiamo firmare per sottoscrivere anche noi questo fondo?
Non è tutto oro quello che luccica
Molto incuriositi da questi dati eclatanti, abbiamo cercato di ottenere maggiori informazioni dal consulente finanziario che ci ha ribadito che il fondo comune ha una composizione del tutto "analoga" all'ETF e che ci avrebbe persino comunicato l'ISIN del fondo in privato, in modo da permetterci di fare le nostre verifiche. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcunché, nonostante i nostri solleciti.
Intoppi comunicativi a parte, cerchiamo di spiegare da cosa nascevano i nostri dubbi.
L'ETF usato come termine di paragone è un prodotto di Amundi dedicato alle obbligazioni governative europee (quindi solo bond emessi da stati europei) denominate in Euro, con duration compresa tra 3 e 5 anni (la duration media effettiva dell'ETF è di 3,72 anni, per la precisione) e con rating dell'emittente "investment grade", ovvero almeno BBB nella scala S&P Global Rating. La gestione è passiva, quindi Amundi si limita a comprare e vendere in automatico titoli obbligazionari in modo da mantenere invariate le caratteristiche appena elencate.
Come quasi tutto il comparto obbligazionario, anche questi titoli hanno vissuto nel 2022 uno degli anni peggiori della storia, se non il peggiore in assoluto se sommato alle contestuali difficoltà dell'azionario. Il repentino aumento dei tassi di interesse per combattere l'inflazione ha prodotto il crollo dei prezzi dei bond già emessi e, di conseguenza, il crollo di tutti gli ETF che li contenevano.
Ecco spiegato quell'inquietante fossato rosso creatosi in Figura 1 a partire dall'inizio del 2022 ed ecco perché tanti dubbi da parte nostra per il risultato così stabilmente positivo fatto segnare dal fondo comune "analogo" in Figura 2. Navigare ben due crisi consecutive, Covid e impennata dei tassi d'interesse, ottenendo risultati del genere sembra la conferma di una capacità di gestione attiva del fondo davvero di livello superiore.
Il consulente finanziario si è solo lasciato sfuggire che la duration del fondo comune d'investimento non è esattamente compresa tra 3 e 5 anni come per l'ETF, bensì tra -2 e 6 anni. Una bella differenza, specialmente considerando che duration negative indicano che il fondo può shortare il mercato obbligazionario, una libertà d'azione decisamente superiore a quella dell'ETF.
Non avendo ottenuto maggiori informazioni dal consulente finanziario, ci siamo cocciutamente messi alla ricerca del misterioso fondo comune d'investimento “analogo” così da poterci vedere chiaro.
Dopo lunghe indagini, ecco cosa abbiamo trovato sul sito di AXA Investment Managers:

Figura 3: I rendimento di un fondo comune AXA IM. Corrispondono perfettamente a quelli indicati in Figura 2.
Il fondo d'investimento AXA WF Euro Credit Total Return A Capitalisation EUR riporta gli stessi identici rendimenti presentati dal consulente finanziario su Instagram per ogni singolo orizzonte temporale: non può essere una coincidenza, abbiamo trovato il fondo "analogo".
Vediamo allora quanto è "analogo" questo fondo: in portafoglio ci sono bond societari con duration tra -2 e 6 anni, denominati prevalentemente in Euro ed emessi da società di tutto il mondo con rating fino a CCC!
Ci aspettavamo qualche discrepanza, ma di certo non ci saremmo aspettati che un consulente finanziario professionista potesse proporre un confronto così sfacciatamente impari tra un ETF obbligazionario governativo e un fondo comune che di "analogo" non ha proprio nulla, né tipologia di bond, né rating, né duration, né area geografica!
Come detto in precedenza, l'obiettivo di questo articolo non è denigrare lo specifico consulente finanziario protagonista del reel in oggetto, ma cercare di capire come funzionano i diversi strumenti e in che modo si può sviluppare il necessario senso critico per proteggersi da fin troppo facili trucchetti nel mondo della finanza personale. Quindi, addentriamoci in un'analisi un po' più sensata e corretta di questo fondo comune.
Iniziamo con lo scegliere un ETF che sia davvero analogo: ad esempio, Xtrackers EUR High Yield Corporate Bond UCITS ETF 1D, un ETF di obbligazioni societarie globali denominate in Euro. Rimane il limite della duration solo positiva ma, in fondo, da una gestione attiva ci aspettiamo proprio questo: una maggiore flessibilità e adattabilità alle condizioni di mercato.
Ecco il confronto tra strumenti realmente analoghi:

Figura 4: Confronto tra il fondo comune AXA IM (blu scuro) e un ETF realmente analogo (azzurro).
Nonostante il confronto sia sfasato di pochi giorni rispetto a quello presentato nel reel, vediamo che questo ETF è decisamente più vicino ai rendimenti del fondo comune. Rimane comunque una notevole differenza nel risultato finale e, anche se 10 anni sono pochi per trarre conclusioni, vogliamo approfondire questo aspetto: i gestori del fondo sono riusciti davvero a sovraperformare un ETF analogo per 10 anni consecutivi?
La risposta è “ni”…


Nelle due immagini precedenti abbiamo concentrato l'attenzione sull'era “pre-Covid” e quella “post-Covid”. Il risultato è sorprendente e certamente eloquente. L'ETF ha sostanzialmente pareggiato le prestazioni del fondo nei circa 5 anni prima del Covid e ha sovraperformato il fondo negli oltre 5 anni che hanno seguito la crisi di marzo 2020. In sostanza, la differenza di performance visibile nella Figura 4 è stata determinata dalle scelte attive fatte dai gestori del fondo comune nell'arco di 1 solo mese: appena 1 mese di sovraperformance in 10 anni!
Ma la gestione attiva ha comunque funzionato… o no?
Non esattamente.
Il fatto che una costosa gestione attiva sia riuscita a sovraperformare un economico ETF passivo per appena 1 mese nell'arco di 10 anni è sicuramente un dato di fatto, ma non è certo il tipo di risultato che ci si aspetterebbe da un fondo gestito da uno dei più importanti operatori europei del settore.
È del tutto evidente che una performance del genere è fortemente dipendente dal timing dell'investimento: se avessi investito durante il Covid, avrei ottenuto risultati migliori con l'ETF.
Ma, diamo a Cesare quel che è di Cesare. La gestione attiva, in questo specifico caso, su questo specifico orizzonte temporale, ha fatto almeno in parte il suo lavoro: quindi conviene puntare sui fondi attivi, almeno nel comparto obbligazionario?
Ovviamente lasciamo la risposta definitiva ai professionisti e, in ultima istanza, ai singoli investitori, ma possiamo comunque fare qualche riflessione.
Abbiamo visto che un risultato notevole come quello in Figura 4 è stato prodotto da appena 1 mese di gestione nell'arco di 10 anni. Ma i gestori AXA IM sono riusciti in questa impresa in modo sistematico? Ovvero, anche altri fondi obbligazionari gestiti da AXA IM hanno ottenuto lo stesso tipo di sovraperformance rispetto ad ETF analoghi nello stesso lasso di tempo?

Figura 5: Confronto tra AXA WF Euro Government Bonds A Capitalisation EUR e Xtrackers II Eurozone Government Bond UCITS ETF 1C (obbligazionario governativo europeo, tutte le scadenze)

Figura 6: Confronto tra AXA WF Euro Inflation Bonds A Capitalisation EUR e iShares Euro Inflation Linked Government Bond UCITS ETF (obbligazionario europeo indicizzato all'inflazione)

Figura 7: Confronto tra AXA WF Global Strategic Bonds A (H) Capitalisation EUR e iShares Global Corporate Bond EUR Hedged UCITS ETF (obbligazionario globale con copertura valutaria)
Probabilmente siamo stati molto più sfortunati del consulente finanziario con 40.000 follower su Instagram, ma non abbiamo trovato un altro fondo che abbia superato l'ETF corrispondente nello stesso periodo di 10 anni. A onor del vero, non li abbiamo analizzati tutti (sono centinaia e molti non hanno ETF realmente analoghi), ma il nostro scopo era semplicemente riflettere sulla possibilità che quel mese di gestione attiva che ha decretato la sovraperformance del primo fondo potesse essere stato un colpo di fortuna più che una sistematica capacità della gestione attiva di sovraperformare gli ETF a gestione passiva. In effetti, un nostro post su Instagram spiega con la statistica perché non dovremmo affatto stupirci di trovare fondi comuni che sovraperformano gli ETF analoghi, se il campione di fondi comuni è sufficientemente ampio.
Non vogliamo nemmeno insinuare che il problema sia la gestione attiva di AXA IM in particolare. L'immagine seguente mostra in modo assolutamente eloquente che il problema è di metodo, non di competenza.

La stragrande maggioranza dei fondi a gestione attiva non riesce nemmeno a eguagliare il proprio benchmark.
Siamo certi che, guardando la precedente immagine, il consulente finanziario che ha ispirato questo articolo affermerebbe di essere in grado di scegliere i pochi fondi attivi che sovraperformano gli ETF analoghi. Lasciamo al lettore l'ardua sentenza: è davvero così, o semplicemente è fin troppo facile scegliere col senno di poi l'unico fondo fortunato e metterlo a confronto con un ETF selezionato ad hoc per farlo sembrare un miracolo di gestione attiva?
Ci auguriamo di averti fatto riflettere su quanto, nel mondo della finanza personale, sia facile dimostrare qualsiasi tesi scegliendo ad hoc i dati da mostrare e avendo cura di tacere tutti gli altri. Proprio per questo, acquisire una cultura finanziaria di base è assolutamente essenziale, così da potersi difendere da furbetti, incompetenti e veri e propri truffatori che, purtroppo, abbondano ovunque si senta odore di soldi.
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