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Perché la Portfolio Survivability è l'unico parametro di cui dovrebbe importarti qualcosa? (seconda parte)

09/05/2025 09:28

Redazione

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Perché la Portfolio Survivability è l'unico parametro di cui dovrebbe importarti qualcosa? (seconda parte)

Esistono centinaia di parametri per valutare un investimento. XKÉ Blog ti svela il parametro più importante di tutti, l'unico di cui nessuno parla...

Perché la Portfolio Survivability è l'unico parametro di cui dovrebbe importarti qualcosa

Nel primo articolo dedicato alla Portfolio Survivability abbiamo introdotto un nuovo indice che ci permette di valutare la sostenibilità di un investimento in base alla nostra situazione personale. In questo secondo articolo, dopo un breve accenno alla formula matematica usata per calcolare la Portfolio Survivability, vedremo alcuni esempi pratici di come questo nuovo strumento potrebbe aiutare molti a evitare costosi errori nella loro pianificazione finanziaria. 

 

La formula

 

La Portfloio Survivability si basa sulla seguente formula empirica:

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La Portfolio Survivability (S) è quindi pari al rapporto tra l'Indice di reddito (Ir) e l'Avversione al rischio (Ar), moltiplicato per 1 meno il Patrimonio investito (Pi), moltiplicato per 1 meno la Perdita massima (Pm) elevata a 1,5, il tutto moltiplicato per un coefficiente empirico pari a 200. Perdita massima e Patrimonio investito sono espressi in decimali, quindi 1 equivale al 100%, 0,5 al 50%, ecc. Tutti questi dettagli matematici sono semplificati nel calcolatore al fondo dell'articolo, rendendo il tutto molto più intuitivo.

Come già sottolineato nel precedente articolo, i risultati di questa formula sono limitati a un massimo di 99, nonostante la formula di per sé possa restituire risultati di molto superiori.

Vedremo negli esempi a seguire che, nonostante le basi matematiche tutt'altro che raffinate, la Portfolio Survivability fornisce indicazioni di sorprendente buon senso, tendenzialmente conservative, che potrebbero davvero “salvare” innumerevoli investitori da abbagli facilmente evitabili.

 

Maria e il suo investimento “sicuro”

 

Maria è un'insegnante, madre di due figli di 7 e 10 anni, divorziata da 5 anni. Ha un appartamento e un'auto di proprietà. Nonostante un reddito più che dignitoso e costante, le spese sono sempre tante, nonostante il contributo dell'ex marito per il mantenimento dei figli. C'è sempre qualche spesa condominiale straordinaria o qualche riparazione imprevista alla sua vecchia utilitaria a rovinarle i piani. Così, per quanto si impegni, Maria non riesce tutti i mesi a mettere da parte qualcosa, anche se a fine anno, il bilancio familiare è sempre in positivo.

Nel 2021 Maria eredita ben 100.000 euro, una enorme boccata d'ossigeno per le sue finanze, specialmente considerando che, in quel momento, aveva solo 25.000 euro sul conto corrente.

Avversa a qualsiasi rischio per carattere e determinata a preservare a tutti i costi quella manna dal cielo per garantire ai suoi figli un futuro più agiato e con migliori opportunità, Maria chiede ad amici e parenti consigli su come investire l'eredità ricevuta. Tra i consigli più disparati e fantasiosi, Maria sceglie di seguire quello di Ilaria, sua amica dai tempi del liceo e personal banker presso un noto istituto di credito. Ilaria ha suggerito a Maria di aprire un conto presso la sua banca e investire i 100.000 euro in un portafoglio 60/40 conservativo, ovvero composto al 40% da un ETF sull'azionario globale e al 60% da un ETF diversificato su titoli di stato europei. Ilaria ha assicurato a Maria che, per quando entrambi i suoi figli saranno maggiorenni, i 100.000 euro avranno come minimo compensato gli effetti dell'inflazione e, nella migliore delle ipotesi, saranno triplicati!

Entusiasta del suo nuovo investimento, Maria continua la vita di tutti i giorni, preoccupandosi un po' meno delle spese quotidiane, sapendo che c'è un bel gruzzoletto che sta maturando sul conto corrente della banca di Ilaria. Ogni volta che Maria apre il suo portafoglio titoli, legge una cifra un po' più alta della volta precedente. A dicembre 2021 Maria ha già "guadagnato" 6.000 euro, quasi 1.000 euro al mese. Fantastico!

Ma nel 2022 qualcosa comincia ad andare storto. Il controvalore del suo investimento scende, scende, continuamente. Maria inizia a guardare il portafoglio tutti i giorni, anche più volte al giorno. Verso la fine di aprile del 2022, Maria apre il portafoglio e trova per la prima volta meno di 100.000 euro. Quasi le prende un colpo. Chiama subito Ilaria che la tranquillizza: alti e bassi sono normali in borsa; le cose si sarebbero sistemate piuttosto in fretta.

Eppure la situazione peggiora di giorno in giorno. Ogni tanto sembra che il gruzzoletto ricominci ad aumentare, salvo poi crollare di nuovo, centinaia di euro a settimana, cifre che Maria non può permettersi di perdere. Quando a settembre 2022 Maria legge 90.000 euro (-15% rispetto ai massimi toccati qualche mese prima) sull'home banking dell'istituto dell'ex-amica Ilaria, decide che deve porre fine a quello sfacelo. Le serviranno fino a 5 anni di sacrifici per recuperare quei 10.000 euro. Chiude il conto titoli e dice addio al 10% della sua eredità.

Vediamo ora cosa sarebbe successo se Maria avesse conosciuto la Portfolio Survivability. Inserendo tutti i dati (Indice di reddito = 2; Avversione al rischio = 3; Patrimonio investito = 80%; Perdita massima = 15%) otteniamo un perentorio 25,12%: Maria non avrebbe mai dovuto fare quell'investimento. Vediamo perché.

La solerte Ilaria si era dimenticata di dire a Maria che un investimento 60/40 come quello consigliato ha un drawdown massimo atteso superiore al 20% (senza ribilanciamenti) in base ai dati storici. Se Maria lo avesse saputo, non avrebbe mai accettato di iniziare, ma quanti conoscono davvero il drawdown massimo atteso dei propri investimenti? 

Usando il calcolatore della Portfolio Survivability, Maria avrebbe calcolato che, in base al suo profilo e alla sua estrema avversione al rischio, non avrebbe dovuto mai investire più di 80.000 euro del suo patrimonio mobiliare (circa 60%), indipendentemente dal tipo di investimento. Detto in altri termini, un portafoglio come quello proposto da Ilaria non avrebbe dovuto interessare più del 25% per patrimonio mobiliare di Maria per essere davvero sostenibile (Portfolio Survivability > 90%).

 

Paolo il backtester incallito

 

Paolo è un laureando fuorisede in Ingegneria meccanica, appassionato di finanza. Ha sul conto 15.000 euro, frutto soprattutto di regali di genitori e parenti, ma anche del suo lavoro occasionale come cameriere in una pizzeria vicino all'università. I genitori lo aiutano con l'affitto, ma non possono fare molto di più. Ad ogni modo, anche se risparmia poco o nulla, Paolo riesce a far quadrare i conti e a mantenersi gli studi.

Paolo è anche un backtester incallito. Sviluppare elaborati portafogli dalle straordinarie prestazioni attese  è quasi un passatempo per lui. Per farlo usa diversi strumenti online, come Lazy Portfolio ETF. Dopo mesi e mesi di simulazioni e portafogli virtuali, Paolo decide di investire circa un terzo dei suoi risparmi in un portafoglio di sua invenzione, composto da 6 ETF: 40% azionario, 40% obbligazionario e 20% oro. Negli ultimi 30 anni (quindi da ben prima che Paolo nascesse) un portafoglio del genere avrebbe fruttato ben più del 9% composto all'anno, con una deviazione standard inferiore al 10% e un Sortino ratio di 1! Certo, avrebbe avuto anche un drawdown massimo di poco superiore al 30%, ma i suoi 10.000 euro investiti 30 anni prima, oggi sarebbero circa 150.000 euro. Se solo i suoi genitori si fossero interessati al mondo della finanza come lui!

Ovviamente Paolo sa che le prestazioni passate non sono di alcuna garanzia per le prestazioni future, ma con un portafoglio così diversificato, dati così confortanti e un orizzonte temporale di svariati decenni, si sente particolarmente ottimista.

Un anno dopo, Paolo si laurea e si mette in cerca di un lavoro. Lo trova piuttosto in fretta, ma subito si trova davanti a un grosso problema: con il nuovo stipendio non avrà difficoltà a pagare un affitto o la rata di un mutuo per trasferirsi vicino al luogo di lavoro, ma basterà anche per il finanziamento di un'auto? E i mobili?

Anche se Paolo era perfettamente consapevole dei rischi del suo investimento, non aveva valutato correttamente il suo Indice di reddito, mettendo così a repentaglio la sopravvivenza del suo portafoglio. Infatti, inserendo tutti i dati nel calcolatore (Indice di reddito = 0,5; Avversione al rischio = 2; Patrimonio investito = 33%; Perdita massima = 31%) , Paolo avrebbe ottenuto una Portfolio Survivability nettamente inferiore al 50% e questo avrebbe dovuto farlo riflettere. Forse non era ancora il momento di investire: gli sarebbe bastato attende di avere un lavoro fisso, meno spese impreviste e una capacità di risparmio più stabile per poter aumentare il suo Indice di reddito a 1,5 rendendo quello stesso investimento perfettamente sostenibile.

 

Conclusioni (per il momento)

 

Come abbiamo visto la Portfolio Survivability può essere un valido campanello d'allarme in molte situazioni. Ovviamente, trattandosi di un indice universale, ovvero non adattabile a ogni singola caratteristica di ogni singolo investitore, deve essere usato con spirito critico, non certo come una sorta di oracolo.

Al momento, ad esempio, la “correttezza” dell'Indice di reddito dipende unicamente dal buon senso dell'utente, determinando un possibile punto debole per l'affidabilità del calcolatore. Valuteremo la possibilità di sviluppare un apposito calcolatore per l'Indice di reddito, in modo da rendere più oggettivo il calcolo.

Allo stato attuale, possiamo quindi fare le seguenti riflessioni:

 

Cosa fa la Portfolio Survivability:

- Incoraggia l'investitore a considerare ogni investimento nel contesto della propria situazione economica. Non c'è un investimento adatto a tutti e la Portfolio Survivability aiuta a ricordarlo.

- Incoraggia l'investitore a considerare aspetti che spesso vengono trascurati, oppure oscurati dalle prospettive di guadagno. Abbiamo il sospetto che pochi investitori conoscano il drawdown massimo storico del loro portafoglio e molti altri, c'è da giurarci, investono più di quanto dovrebbero, dimenticandosi di fondo d'emergenza e spese prevedibili a medio termine. La Portfolio Survivability può essere un utile strumento per “fare mente locale” prima di investire.

- Esclude a priori alcune tipologie di investimento per determinati investitori. Come detto, la Portfolio Survivability è piuttosto prudente, proprio perché uno dei suoi principali obiettivi è contrastare eccessi di ottimismo, sottovalutazione dei pericoli e mancata considerazione delle condizioni a contorno. Ad esempio, la Portfolio Survivability sconsiglierebbe persino a un consulente finanziario con un'invidiabile situazione economica di investire più dell'80% del suo patrimonio mobiliare in azioni. Allo stesso modo, la Portfolio Survivability sconsiglierebbe a una persona con una situazione economica molto incerta e un'elevata avversione al rischio di avventurarsi in qualsiasi tipo di investimento. Un'indicazione forte, ma certamente di buon senso: forse quella persona dovrebbe investire prima su se stessa!

 

Cosa NON fa la Portfolio Survivability:

- Non prevede il futuro. La Perdita massima, ad esempio, si basa su dati storici che non è affatto certo si ripeteranno in futuro. Chi avesse investito nel Nasdaq 100 nell'anno 2000 si sarebbe aspettato un drawdown massimo inferiore al 60% in base ai quasi 30 anni di storia dell'indice, salvo poi veder sprofondare il proprio investimento di oltre l'80% nei 2 anni successivi! Considerazioni simili si possono fare anche per l'Indice di reddito e l'Avversione al rischio: il primo può variare nel tempo (in positivo o in negativo) in modi che non siamo in grado di prevedere del tutto nel presente; il secondo può aumentare in periodi di incertezza economica o diminuire stabilmente con lo studio e l'esperienza.

- Non tiene automaticamente conto di portafogli multipli. Quando l'utente inserisce i dati nel calcolatore della Portfolio Survivability deve tener conto di eventuali altri investimenti già in essere. Ad esempio, se ho già il 50% del mio Patrimonio mobiliare investito in titoli di stato a medio termine (3-7 anni) e sto considerando un nuovo investimento in ETF azionari pari a circa il 20% del mio Patrimonio mobiliare, dovrò inserire i dati relativi al portafoglio cumulativo che si verrebbe a creare, quindi Patrimonio investito 70% e Perdita massima tra il 30% circa delle obbligazioni e il 50-80% delle azioni, a seconda dei casi. 

- Non sa quando menti. Indice di reddito e Avversione al rischio sono due parametri che possono essere fortemente influenzati dalla soggettiva percezione della propria situazione. Come già detto, le persone si sentono tendenzialmente più propense al rischio di quanto non lo siano effettivamente e potrebbero essere altrettanto inaffidabili nel valutare oggettivamente il loro conto economico. Di più, una scarsa obiettività nel valutare un parametro potrebbe influenzare anche l'altro parametro, ovvero chi è convinto (a torto) di avere un'elevata propensione al rischio, potrebbe essere psicologicamente propenso a sopravvalutare anche la sua stabilità economica.

 

Ci auguriamo che il concetto di Portfolio Survivability possa aprire un dibattito, contribuendo a diffondere la consapevolezza che non esistono investimenti perfetti per tutti e che un buon piano di investimenti parte dall'analisi della propria situazione economica, per poi passare alla selezione di strumenti finanziari idonei, mai il contrario.

 

Saremmo lieti di ricevere commenti, osservazioni e suggerimenti tramite la pagina Contatti o il nostro profilo Instagram.


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