
Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto quanto può rendere investire su se stessi. In questa seconda parte scopriremo un altro investimento dallo straordinario potenziale, semplice da iniziare, semplice da gestire e con benefici a lungo termine di molto superiori a quanto potrebbero suggerire i freddi numeri.
Stiamo parlando della pensione integrativa, il grande assente della maggior parte dei piani di investimento e finanza personale degli italiani. Di nuovo un’idea di investimento “noiosa” e per nulla “sexy” e, di nuovo, un’idea che può cambiarti la vita, offrendo una sicurezza economica a lungo termine pari a pochi altri investimenti, oltre a una serie di altri benefici esclusivi che vedremo qui di seguito.
Non ci soffermeremo troppo sul vantaggio più ovvio, ovvero la possibilità di garantirci un reddito decente una volta andati in pensione. Specialmente per chi ha meno di 40 anni, questa dovrebbe essere una preoccupazione concreta, perché non c’è ad oggi garanzia alcuna sulla futura entità dell’assegno pensionistico INPS, né tanto meno sull’evoluzione dell’età pensionabile nei prossimi decenni. Pensare a una pensione integrativa non è quindi uno scrupolo eccessivo, da maniaci della pianificazione, ma una necessità che, nel caso più estremo, potrebbe salvarci dall’indigenza in età avanzata, mentre nel caso più fortunato si rivelerà uno degli investimenti più redditizi e utili che avremo mai fatto.
Parlando di vantaggi della pensione integrativa, partiamo subito col botto. In Italia, gli investimenti in previdenza complementare sono deducibili fino a un massimo di 5.164,57 euro ogni anno. Cosa vuol dire? Ogni euro investito in previdenza complementare va a ridurre il reddito imponibile, permettendo così di pagare meno tasse. Facendo un esempio, se hai un reddito imponibile di 25.000 euro e hai versato 5.000 euro in una qualche forma di previdenza complementare, pagherai le tasse su 20.000 euro, anziché su 25.000. Sono più di 1.000 euro di tasse risparmiate!
Volendo vedere questo beneficio da un altro punto di vista, è un po’ come investire circa 3.900 euro e trovarsi nel proprio fondo pensione 5.000 euro accreditati. Un guadagno virtuale di quasi il 30% nel momento stesso in cui si effettua il versamento!
E i benefici fiscali, specialmente per i più giovani e per i lavoratori dipendenti, non finiscono qui. Tuttavia, per maggiori dettagli, rimandiamo ai libri suggeriti al fondo di questo articolo e all’ottimo Blog di Ciao Elsa che, oltre a fornire un’infinità di informazioni utili, mette a disposizione un essenziale strumento per confrontare i diversi fondi pensione disponibili. Suggeriamo anche la Guida introduttiva alla previdenza complementare realizzata dalla COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, buon punto di partenza per farsi un'idea generale sui meccanismi che regolano la pensione integrativa in Italia.
Passiamo ai vantaggi meno ovvi e, per questo, più importanti della previdenza complementare.
Innanzitutto, investire in un fondo pensione è un ottimo modo per “costringerci” a risparmiare. Se abbiamo come obiettivo quello di investire 400 euro al mese nel nostro fondo pensione (4.800 euro all’anno), sapendo che ad ogni versamento ridurremo di quasi 100 euro il nostro carico fiscale, saremo certamente incentivati ad accantonare quei 400 euro, magari rinunciando a spese non necessarie o impegnandoci a razionalizzare i nostri consumi.
Infatti, avere come buon proposito quello di risparmiare, senza definire quanto e in che tempi, raramente sortisce risultati concreti, perché le pulsioni e i desideri immediati avranno quasi sempre il sopravvento su non meglio identificati benefici futuri. Invece, un obiettivo preciso, a breve termine, quantificabile, monitorabile e che sappiamo essere particolarmente remunerativo nel lungo termine, ci porterà con maggiore probabilità ad assumere abitudini virtuose nella nostra gestione finanziaria quotidiana.
Un altro straordinario beneficio psicologico dei fondi pensione è che, pur essendo sempre accessibili e, a determinate condizioni, riscattabili, non sono “liquidi” come un normale portafoglio titoli. Detto in altre parole, se il mercato azionario dovesse crollare, non avrai sempre davanti agli occhi il controvalore in caduta libera del tuo portafoglio a ricordarti giorno dopo giorno, ora dopo ora, quanto stai perdendo rispetto all’ultimo massimo e, soprattutto, non avrai sempre a portata di clic un pulsante Vendi pronto a soddisfare il tuo primordiale istinto di fuga davanti al pericolo.
E non avrai nemmeno davanti agli occhi un seducente pulsante Compra nei momenti di euforia dei mercati, quando “salire sul carro dei vincitori” ti sembrerà la cosa più ovvia e remunerativa da fare. E quei pulsanti non ci saranno nemmeno quando, dopo aver letto un articolo o visto un video a caso su YouTube, deciderai che il tuo portafoglio è tutto sbagliato e devi liquidarlo quasi tutto per comprare altri titoli, quasi sempre peggiori di quelli che già avevi.
Il fondo pensione ti salva dai tuoi stessi bias cognitivi, impedendoti di dilapidare il tuo patrimonio in operazioni azzardate, tasse sulle plusvalenze e commissioni di negoziazione.
Vogliamo sottolineare nuovamente l’importanza degli ultimi due punti: anche se a freddo ci sentiamo tutti investitori provetti, con nervi d’acciaio e il cervello fino, la stragrande maggioranza dei mancati guadagni e la quasi totalità delle perdite nel campo degli investimenti retail si concretizzano semplicemente perché non risparmiamo quanto potremmo e movimentiamo i nostri investimenti troppo e nei momenti peggiori. Eliminando questi due bug connaturati nella mente umana, la previdenza complementare ci rende investitori migliori della media senza dover muovere un dito, o quasi.
A conti fatti, potrebbe essere tutt’altro che azzardato sostenere che, fino a 5.164,57 euro di capacità di risparmio all’anno e avendo sufficiente capienza fiscale, una buona pensione integrativa, adatta al nostro orizzonte temporale e tolleranza al rischio e, soprattutto, con costi di gestione ridotti, è l’unico investimento finanziario di cui dovremmo preoccuparci e, sicuramente, il primo che dovremmo considerare prima di valutare qualsiasi alternativa.
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