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Finanza personale per tutti

Guida all’indipendenza finanziaria - Capitolo 3 - Meglio soli che male accompagnati?

23/06/2025 08:00

Redazione

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Guida all’indipendenza finanziaria - Capitolo 3 - Meglio soli che male accompagnati?

Una guida semplice e veloce per fare lavorare i tuoi soldi al posto tuo. Pochi concetti che potrebbero cambiarti la vita...

Guida all’indipendenza finanziaria - Capitolo 1 - Cos’è l’indipendenza finanziaria?

Dopo l'articolo introduttivo e una prima riflessione sugli obiettivi, apriamo una breve parentesi su un tema estremamente importante e troppo spesso trascurato: meglio fare tutto da soli o farsi aiutare da qualcuno?

 

La risposta più semplice è senza dubbio il fai da te: costa meno, nessuno conosce le tue esigenze e i tuoi obiettivi meglio di te e nessuno può avere la tua stessa prontezza di intervento nel caso cambino le condizioni.

 

Certo, facile a dirsi, molto meno a farsi.

Infatti, se è sicuramente vero che quasi chiunque può essere in grado di apprendere le basi della gestione finanziaria in pochi giorni di studio e applicazione, è altrettanto vero che una vera conoscenza della finanza, degli investimenti e degli strumenti correlati può richiedere mesi o, più realisticamente, anni di studio ed esperienza sul campo.

Obiettivamente, non molti hanno la possibilità di dedicare tutto questo tempo allo studio di una materia così complessa (rinunciando nel frattempo ai potenziali rendimenti che potrebbe ottenere da subito affidandosi a un professionista) e, ammettiamolo, non tutti sarebbero comunque in grado di digerire appieno una materia molto tecnica e piena di matematica, anche avanzata.

Semplicemente non tutti sanno fare tutto. Tutti abbiamo bisogno di esperti in molti campi della tecnica e della conoscenza, dalla medicina alla giurisprudenza, dalla fiscalità alla manutenzione della caldaia a gas. Perché la finanza dovrebbe fare eccezione?

 

Un professionista ha un altro vantaggio: è meno soggetto a bias cognitivi, non perché sia in possesso di una mente superiore, ma perché è noto che l'allenamento e la pratica riducono l'incidenza di alcuni bias (come l'avversione alle perdite, il bias della disponibilità, ecc.).

 

Inoltre, viviamo in un'epoca dominata dall'effetto Dunning-Kruger, ovvero la tendenza inconsapevole delle persone inesperte a sovrastimare le proprie competenze in un determinato ambito e sottostimare le competenze degli altri, portando a una grave incapacità di autovalutazione.

Confronto volatilità

Come di può vedere dal grafico, più si è inesperti, più si è portati a sopravvalutare le proprie conoscenze. Paradossalmente, i veri esperti tendono invece a sottostimare le loro capacità.

 

L'estrema facilità con la quale è oggi possibile trovare informazioni su qualsiasi argomento favorisce enormemente questa umana tendenza, facendoci credere di sapere tutto il necessario su un argomento dopo appena un paio di video su YouTube e un paio di articoli di qualche blog a caso. Una pagina di Wikipedia ci fa sentire preparati su un argomento quanto una laurea triennale. L'avvento dell'IA non farà altro che esacerbare il problema, dando l'illusione non solo di sapere tutto, ma di poter dominare la materia come nessun altro (basta chiederlo all'IA, lei sa tutto…).

 

Bene, abbiamo capito che fare tutto da soli sarebbe la soluzione ideale, ma non tutti hanno il tempo e la voglia di apprendere da zero una nuova disciplina, con tutti i rischi che questo comporta.

 

Allora a chi rivolgersi? Ai consulenti di banche e assicurazioni?

 

NO! Questa è l'unica strada davvero sbagliata.

Iniziamo col dire che, drammaticamente, la maggior parte delle persone che in banca o alle Poste cerca di rifilarti questo o quell'altro prodotto finanziario o assicurativo lo fa solo in virtù del fatto che è stata assunta dalla banca o dalle Poste.

Diciamolo in un altro modo: l'unica qualifica professionale certa che hanno queste persone è l'essere stati assunti! Nessun titolo di studio minimo richiesto, nessun corso di formazione certificato, nessun esame di abilitazione, nulla di nulla. Sembra un brutto scherzo, ma è così. Persone che offrono fondi, polizze complesse, strumenti finanziari avanzati, non hanno superato nemmeno un esame per verificare le loro competenze in materia. Perché questo è consentito? Perché il loro scopo non è offrire una consulenza, ma vendere i prodotti che il loro datore di lavoro (banca, assicurazione o Poste) dice loro di vendere. In questo non sono diversi da un venditore di pentole, quindi perché dovrebbero avere una formazione superiore?

 

Caso diverso è quello degli ex promotori finanziari, oggi ribattezzati "consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede". Il ruolo è esattamente lo stesso, ma suona molto più professionale. A differenza della prima tipologia di "consulenti" che, lo ribadiamo per sicurezza, andrebbero evitati come la peste, questa seconda tipologia deve almeno superare un esame di abilitazione gestito da un ente indipendente (OCF) prima di poter svolgere il suo lavoro.

Capiamoci, possono ancora essere semplici diplomati all'alberghiero o al Liceo artistico (non esattamente propedeutici alle professioni in campo finanziario, senza nulla togliere a questi due prestigiosi e utilissimi indirizzi), ma devono aver superato un test facile, ma non banale, che richiede comunque studio e impegno e devono essere iscritti a un albo, con vincoli di onorabilità e professionalità e pene severe (anche di tipo penale) in caso di abusi.

 

Rimane però il difetto più grande di tutti: il "consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede" quasi sempre guadagna direttamente dalla vendita dei prodotti che consiglia. Credi che un macellaio ti dirà mai che troppa carne rossa fa male? Un tabaccaio ti consiglierà di smettere di fumare? Un concessionario d'auto ti dirà mai che le auto che vende non sono le migliori sul mercato? Per quanto possano essere tutte persone dalla specchiata onestà e competenti nel loro mestiere, devono pur fatturare.

Quanto ti sembra probabile che un "consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede" preferisca fare il tuo interesse, piuttosto che guadagnare di più grazie a commissioni, retrocessioni, ecc.? E anche fosse pagato dal suo datore di lavoro con uno stipendio fisso (meno frequente, ma possibile), sarebbe più propenso a fare il tuo interesse o quello del datore di lavoro?

 

Allora quale opzione rimane? Quella dei "consulenti finanziari indipendenti" (o autonomi), figura professionale ancora poco nota in Italia, ma in grande espansione.

A livello di formazione, rimangono gli stessi limiti dei "cugini" abilitati all'offerta fuori sede. L'esame di abilitazione è esattamente lo stesso, l'organo indipendente di valutazione è lo stesso. Di fatto, l'unica differenza è la scelta di voler rimanere indipendenti anziché lavorare per un istituto bancario.

Ma perché questo dovrebbe essere così importante? Perché con un consulente finanziario indipendente hai la certezza (a meno di illeciti) che gli interessi del professionista coincidono totalmente con i tuoi interessi. Se il tuo patrimonio cresce, cresce anche la parcella del consulente che, quindi, ha tutto l'interesse a consigliare prodotti efficienti, affidabili, efficaci e che facciano crescere il tuo patrimonio senza metterlo a repentaglio e, soprattutto, non arricchiscano terzi (banche, assicurazioni, ecc.).

 

Ultimamente si sta diffondendo una figura ibrida, tra il consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede e il consulente finanziario indipendente: si tratta del consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede fee-only, ovvero pagato unicamente tramite parcella dal cliente. Questa abile mossa del mondo bancario mira a stroncare sul nascere la principale obiezione mossa dai clienti ai vecchi promotori finanziari: perché dovrei fidarmi dei tuoi consigli finanziari, visto che guadagni di più o di meno in base a quale prodotto mi rifili?

A giudicare dalle numerose testimonianze online, pare che effettivamente questi consulenti non guadagnino nulla di più o di meno a seconda degli strumenti che consigliano. Molti dichiarano di lavorare esclusivamente con ETF e non con costosi fondi come di prassi per i tradizionali promotori finanziari.

Senza voler mettere in dubbio tutto questo, rimane il fatto che questi consulenti, anche quando non direttamente assunti, hanno un contratto di collaborazione in esclusiva con un determinato istituto, usano i sistemi informatici di questo istituto, devono obbligatoriamente far usare ai loro clienti i prodotti bancari di questo istituto (conto corrente, carte, finanziamenti, ecc.), quindi la dipendenza di fondo dal datore di lavoro rimane.

Ciononostante, questa nuova formula sta avendo sempre più successo perché, agli occhi del cliente medio, coniuga i vantaggi di imparzialità del consulente indipendente, con i vantaggi di convenienza economica percepita (parcelle mediamente più basse degli indipendenti, sconti sui prodotti della banca) e praticità (nessuna operazione da svolgere in prima persona, nessuna documentazione da trasmettere) del promotore finanziario.

 

Ma quanto costa un consulente finanziario indipendente? La risposta non è univoca. Si va generalmente dallo 0,5% all'1,5% del patrimonio in gestione all'anno (con una prevedibile tendenza futura a un allineamento verso il limite inferiore, con l'aumentare della concorrenza), oppure si opta per consulenze specifiche, che possono costare da 100 a migliaia di euro a seconda della natura della consulenza e dal tempo richiesto.

L'1,5% all'anno può sembrare tanto, ma se in passato ti sei affidato a banche e assicurazioni per i tuoi investimenti, è probabile che pagassi (o paghi ancora) dal 2 al 4% medio di costi più o meno occulti, senza contare le inefficienze e la mancanza di reale personalizzazione del portafoglio. Quindi, con un consulente finanziario indipendente dimezzeresti i costi e, probabilmente, aumenteresti i rendimenti.

Anche rispetto al fai da te l'1,5% all'anno non è un'enormità. Supponendo un investimento iniziale di 1.000 ore in studio e formazione finanziaria, oltre a non mendo di 5-6 ore a settimana di aggiornamento continuo, per passare da neofita a esperto nel campo della finanza personale potrebbero servirti fino a 3 anni e quasi 2 ore al giorno (tutti i giorni, ferie incluse). Dovresti chiederti se ne vale la pena o se potresti investire meglio quel tempo apprendendo nuove competenze nel tuo ambito lavorativo, così da poter facilmente guadagnare dal 10 al 100% in più entro 5 anni.

Questo senza contare i costi, spesso elevati, di strumenti e servizi molto utili, se non indispensabili, quando si devono gestire autonomamente le proprie finanze (strumenti di screening e backtesting, database, newsletter a pagamento, ecc.).

Insomma, non saremo certo noi a dirti che non dovresti perdere tempo con la finanza personale. Non lo pensiamo, anzi, crediamo che le basi siano essenziali per vivere nel nostro mondo. Ma quando il gioco si fa duro, quando le nostre azioni possono avere un impatto anche sui nostri cari, forse l'idea migliore è affidarsi a un consulente indipendente che sappia già tutto ciò che serve.

 

Una nota molto importante. Il consulente finanziario indipendente non è un gestore patrimoniale, ovvero non può toccare direttamente i tuoi soldi. Non si tratta di una buona prassi, ma di una regola ferrea che, se violata, può portare alla radiazione dall'albo o persino a sanzioni civili e penali. Il consulente finanziario indipendente può solo darti consigli, pareri informati, spiegarti passo passo cosa fare e quando, rispondere a ogni tuo dubbio e aggiornarti in caso di novità che potrebbero interessare la tua situazione finanziaria.

 

Insomma, il consulente finanziario indipendente è un esperto al tuo servizio, che guadagna sempre più man mano che il tuo patrimonio cresce e, soprattutto, dovrà tirare la cinghia se il tuo patrimonio diminuisce. Inoltre, non guadagnando sulla vendita di singoli prodotti, ha tutto l'interesse a fornirti un servizio completo, di alto livello e nel tuo pieno interesse, perché sei tu il suo datore di lavoro!

 

Ti diamo appuntamento al prossimo capitolo della Guida all’indipendenza finanziaria di XKÉ Blog. Iscriviti alla Newsletter e seguici su Instagram per non perderti i prossimi aggiornamenti.


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